Esperienza

 

Dal 1996 a oggi

Ho sempre lavorato sul territorio in qualità di psicologa, poi, dal 1999, come psicoterapeuta sistemico-relazionale.
Lavoro con giovani e adulti, mentre colloco i bambini all’interno di una più ampia visione familiare, prediligendo il percorso con i genitori.
Nell’ambito della disabilità, dopo aver coordinato per diversi anni alcuni centri socio- riabilitativi residenziali e socio-occupazionali, dal 2017 collaboro con “Formodena”, impostando docenze e supervisioni a giovani in transizione verso il mondo del lavoro.

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Situazioni più frequentemente portate in studio

Le fobie sono paure specifiche che, seppur riconosciute come irrazionali da chi ne soffre, non riescono ad essere gestite e controllate.

Le persone che vivono o hanno vissuto un momento molto difficile, come un lutto, un licenziamento, un fallimento, possono cadere in uno stato di tristezza o disperazione che porta a vedere “tutto nero“ e a gioire con difficoltà delle cose buone che la vita può ancora offrire loro.

La depressione è quel senso di vuoto e tristezza, del quale, apparentemente, non si riesce a identificare un evento scatenante.

Ci sono patologie fisiche (gastriti, emicranie, nausee, mal di pancia…) che possono avere anche una causa psicologica. In genere sono il medico di famiglia o lo specialista, dopo le analisi del caso, a suggerire l’affiancamento di una psicoterapia all’eventuale cura farmacologica.

Per diversi anni i disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia nervosa) hanno riguardato le giovani donne. Ultimamente, però, questo sintomo, manifestato attraverso un’eccessiva preoccupazione per il peso, viene portato anche da ragazzi. In queste situazioni il lavoro svolto con la famiglia, se disponibile, può assumere grande valenza.

Ogni membro della coppia porta con sé un bagaglio di apprendimenti comunicativi e relazionali che riceve in “eredità” dalla propria famiglia, ma del quale non è sempre del tutto consapevole.
La terapia di coppia cerca di spostare l’attenzione da sé, per sbirciare nella valigia dell’altro e trovare insieme canali utili a ricomporre quella comunicazione in grado di riempire e dare significato alla coppia stessa.

Le persone parlano di pensiero ossessivo, descrivendo un pensiero intenso e invadente, che tende a manifestarsi in momenti apparentemente non opportuni e spesso privo di controllo.

Il tema delle dipendenze è un tema molto delicato, che a volte non ci si sente di esplicitare fino al momento in cui si ritiene di avere costruito una relazione di cui potersi fidare.
Come nel caso dei disturbi del comportamento alimentare, quando si è disposti a coinvolgere il sistema familiare, si può lavorare sul significato dell’abuso, che assume connotazioni diverse per ogni famiglia.

I nostri figli sono sempre in grado di stupirci, ma qualche volta mettendoci in difficoltà. I genitori che vengono in studio raccontano di non riconoscere il proprio figlio negli eccessi d’ira che manifesta, o di essere preoccupati per le paure che confida loro, o per gli attacchi d’ansia che vive, o ancora di essere arrabbiati per le note che porta a casa da scuola. Lo spazio terapeutico diventa un momento in cui riflettere su cosa i bambini ci vogliano dire e su quali strategie mettere in atto per aiutarli a gestire i loro primi momenti difficili.

1994

Laurea in Psicologia Clinica e di Comunità

Università degli Studi di Padova

 

1995

Iscrizione all’Albo degli Psicologi dell’Emilia-Romagna

 

1999

Specializzazione in Psicoterapia Sistemico-Relazionale

Centro Studi e Applicazione della Psicologia Relazionale di Prato

 

1999

Iscrizione all’Albo degli Psicoterapeuti dell’Emilia-Romagna